l'amico che mi ha cambiato, parte 4 - sei meglio di...

Con quella prima pompa cambiò anche l’atteggiamento di Mario: se fino ad allora si era limitato a lasciarsi adorare ed essere l’oggetto delle mie attenzioni, appena iniziai a prendergli il cazzo in bocca mi ritrovai ben presto le sue mani a spingermi la testa su e giù, quasi si stesse masturbando attraverso il mio corpo. Per qualche sessione, a parte questa nuova modalità interattiva da parte sua, non ci fu nulla di nuovo: godeva, mi usava per provare piacere fino al limite e quando questo momento arrivava, me lo sfilava di bocca come abitudine per venirmi abbondantemente addosso. Quest’ultima parte era un elemento irrinunciabile, sembrava ci tenesse molto nello schizzarmi in volto o sui capelli o sui vestiti, tant’è che una volta presi l’iniziativa di portarmi un cambio, visto che a volte mi inondava la camicia o la maglietta senza che potessi porvi rimedio. Quando se ne accorse rise e mi fece i complimenti per l’idea, dicendo tuttavia che andava perfezionata: convenimmo che avrei lasciato da lui la maglietta appena sporcata di sborra, senza pulirla, e che sarebbe stata quella che avrei indossato nuovamente ogni volta: ben presto la mia “divisa” fu tutta ornata una copiosa stratificazione dello sperma del mio amico. Lui ci scherzava su, dicendo che essere ricoperto della sborra di un vero maschio non mi avrebbe fatto che bene e che quella t-shirt piena di sperma mi si addiceva. Ben presto, però, il nettare di Mario avrebbe raggiunto un’altra destinazione: ricordo molto bene quella volta quando, mentre ero intento a fare su e giù sotto la supervisione delle sue mani sulla mia testa, lui spinse più forte del solito e me lo ritrovai in gola. Naturalmente questa intrusione mai provata prima mi creò subito non pochi problemi: fatica a respirare, senso di vomito… Ma a parte che in quel momento non avevo diritto ad una volontà ed esistevo in funzione di Mario, l’idea di essere toccato, usato da lui per dargli piacere, mi eccitava troppo per farmi desistere. L’istinto fece il resto e non so come imparai a rilassarmi mentre lui continuava quel sopra e sotto sempre più violento in fondo alla mia gola: ricordo bene tutte le sensazioni, quel senso di pieno mentre il suo cazzo mi allargava, quel profumo dei suoi peli pubici in cui il mio naso si ritrovava a sbattere quando raggiungevo la fine dell’asta, quel dolore ai capelli quando lui li usava per tirarmi su… Ero tanto concentrato che non so quanto durò tutto questo, fino a quando lo sentii irrigidirsi. Stavolta però non interruppe l’azione ma la velocizzò, venendomi prima in gola e poi in bocca con i suoi getti inesauribili: cercai di assaporare tutto il suo seme, che continuai a ciucciare con avidità fino a che il suo cazzo divenne moscio. Mentre ero intento a leccare quel membro, oramai moscio, con una vera e propria devozione, accadde una cosa inattesa: Mario, ancora stravolto dall’orgasmo, posò la sua mano sulla testa e mi accarezzò. Era la prima volta che ricevevo un contatto da lui senza che ci fosse di mezzo l’eccitazione e la cosa mi aveva emozionato. Il mio cuore batteva a mille quando mi disse “Euge’, sei meglio di una femmina”.

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Grazie per l'attenzione, mi farebbe piacere ricevere feedback nei commenti per capire se vi è piaciuto, se vale la pena continuare e cosa migliorare.

Un saluto